Se Equos ha lanciato la sua Hall of Fame, coniando una serie di Nft («Non-fungible token», tradotto letteralmente «gettone non fungibile, non sostituibile») dedicata ai miti del galoppo mondiale, anche Mondo Galoppo ha la scelto i propri beniamini.
Nella ideale «sala d’onore» della trasmissione di Filippo Brusa c’è innanzitutto un binomio che ha infiammato l’entusiasmo degli appassionati negli anni Novanta: Morigi, baio oscuro della Razza Giallorossa di Giancarlo Gualco, con la partecipazione di Cesare Bernasconi, ha vissuto in stretta sintonia con Massimiliano Tellini, che per lui è stato molto più di un interprete.
L’ex fantino, ora allenatore in Spagna, ricorda le imprese vissute insieme al figlio di Rousillon e Ibtidaar, che era allenato da suo nonno Ildo, e, in particolare, parla della vittoria ottenuta il 2 giugno 1996 nel premio Turati, all’epoca Gruppo 2: senza mai usare la frusta, Tellini spinse a braccia Morigi, capace di recuperare lo svantaggio e di superare sul palo l’eterno rivale Ravier (Highest Honor e Rivarola), affidato a Fernando Jovine. Fu un’impresa, anzi, come sostiene con un paragone calcistico l’ex jockey, «fu come il famoso “cucchiaio” di Totti».
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