Lo chiamano «imperatore» e deve essere stato proprio l’impegnativo soprannome a ispirare, qualche anno fa, il presidente del Verbano (ora al primo posto nel girone A dell’Eccellenza) con una trovata senza precedenti nel mondo del calcio. E così se il “collega” Caligola aveva nominato senatore il suo cavallo Incitatus, Pietro Barbarito, alla guida della squadra di Besozzo, piccolo paese del Varesotto con poco più di novemila abitanti, aveva osato di più. Scegliendo come sponsor Red Rocks: «Un purosangue forte e tenace, un grande lottatore», secondo le parole di Lanfranco Dettori, fantino che ha vinto con lui la preziosa Breeders’ Cup Turf, nel 2006.
Barbarito racconta questo episodio, balzato alla ribalta della cronaca nazionale qualche anno fa, nella ventunesima puntata di Mondo Galoppo parlando anche del suo ingresso nel mondo dei cavalli: «Qualche anno fa, un giornalista mi aveva battezzato lo Zamparini dei dilettanti, perché avevo cambiato tre, anzi, forse addirittura quattro allenatori in un campionato, aggiungendo il classico consiglio di dedicarmi all’ippica. L’ho preso in parola e dal 2006 sono diventato socio della scuderia Cocktail, insieme a Gianpiero Soccini». I risultati non hanno tardato e nel 2008 è arrivata la vittoria nella massima competizione italiana per i tre anni, il Derby delle Capannelle, con Cima de Triomphe, a segno con un tempo strepitoso: 2.14.6 (attuale record da quando la corsa si disputa sui 2.200 metri).
Nella trasmissione di Filippo Brusa, che presenta anche l’amazzone Virginia Tavazzani, volto femminile del programma, e l’opinionista tecnico Gian Marco Zanzi, Barbarito ha parlato pure di calcio, sbilanciandosi e dichiarando che, se un giorno Sean Sogliano, ora direttore sportivo del Padova, lo chiamerà per un nuovo progetto calcistico a Varese, lui avrà solo questa risposta: «Obbedisco».
Seguimi